giovedì 30 settembre 2010

In un certo senso Galvani si era avvicinato alla verità, infatti oggi si sa che i tessuti viventi sono costituiti da cellule e ciascuna cellula ha una differenza di potenziale tra interno ed esterno della membrana. Questo potenziale è alla base della trasmissione dei segnali nervosi.

Dedicato a 

 Mary Sol

che (a ragione ) odia la vivisezione

 

Luigi Galvani

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Luigi Galvani, oil-painting.jpg
Luigi Galvani
Luigi Galvani (Bologna, 9 settembre 1737Bologna, 4 dicembre 1798) è stato un fisiologo, fisico e anatomista italiano. È ricordato assieme ad Alessandro Volta per gli studi pionieristici sull'elettricità.

 


Biografia [modifica]

Luigi Galvani, terziario francescano, si laureò in medicina e filosofia presso l'Università di Bologna nel 1759. Nel 1765 fu nominato professore di arti ostetriche presso l'Accademia delle Scienze, ricoprendone la carica di presidente sette anni dopo.
Nel 1766 fu nominato Professore di anatomia. Nel 1791 pubblicò il De viribus electricitatis in motu musculari commentarius, in cui espose la teoria dell'elettricità animale, frutto di una lunga indagine sperimentale. Lavorando alla dissezione di rane in prossimità di macchine elettrostatiche, infatti, un assistente di Galvani toccò accidentalmente con un bisturi elettricamente carico il nervo sciatico, che fece scattare la zampa come se fosse viva, e questa osservazione lo indusse a studiare le relazioni tra elettricità e vita.
Dopo anni di ricerche e scoperte, nel 1796 le truppe di Napoleone occuparono Bologna. Galvani rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica Cisalpina. Ciò gli costò la perdita degli insegnamenti all'Università e all'Istituto delle Scienze. Venne reintegrato come professore Emerito solo dopo la morte avvenuta nel 1798.
Luigi Galvani è oggi ricordato come lo scopritore dell'elettricità biologica e per diverse applicazioni dell'elettricità come la cella elettrochimica, il galvanometro e la galvanizzazione. Gli è stato dedicato un cratere lunare di 80 km di diametro [1] , un asteroide, 10184 Galvani e diverse vie in italia.

L'opera scientifica di Galvani [modifica]

Gli studi per i quali Galvani è maggiormente ricordato riguardano la cosiddetta elettricità animale.
Alcuni fisiologi avevano mostrato sperimentalmente che uno stimolo applicato a un nervo causa la contrazione del muscolo ad esso collegato. Su Galvani ebbero influenza, in particolare, anche gli studi di Marcello Malpighi.
Galvani, a partire dal 1790, condusse una serie di esperimenti per studiare la risposta a stimoli elettrici di rane "opportunamente preparate". In una prima fase, si trattò di osservare le contrazioni che subivano i muscoli della rana se toccati direttamente dal conduttore di una macchina elettrostatica. Una svolta importante si ebbe quando gli parve di notare che analoghe contrazioni si manifestavano nel muscolo di una rana toccato da un assistente con un conduttore scarico mentre, occasionalmente, un altro assistente stava traendo una scintilla dal conduttore di una macchina elettrostatica accostandovi un conduttore. Incuriosito dal fenomeno, eseguì una serie di esperimenti che confermarono l'effetto.

Disegno dell'esperimento che illustra l'eccitazione a distanza del nervo crurale di una rana per effetto di una scintilla rilasciata dal conduttore di una macchina elettrostatica.
« Dissecai una rana, la preparai e la collocai sopra una tavola sulla quale c'era una macchina elettrica, dal cui conduttore era completamente separata e collocata a non breve distanza; mentre uno dei miei assistenti toccava per caso leggermente con la punta di uno scalpello gli interni nervi crurali di questa rana, a un tratto furono visti contrarsi tutti i muscoli degli arti come se fossero stati presi dalle più veementi convulsioni tossiche. A un altro dei miei assistenti che mi era più vicino, mentre stavo tentando altre nuove esperienze elettriche, parve dì avvertire che il fenomeno succedesse proprio quando si faceva scoccare una scintilla dal conduttore della macchina. Ammirato dalle novità della cosa, subito avvertì me che ero completamente assorto e meco stesso d'altre cose ragionavo. Mi accese subito un incredibile desiderio di ripetere l'esperienza e di portare in luce ciò che di occulto c'era ancora nel fenomeno. »
(Luigi Galvani)
L'apparato sperimentale usato da Galvani, che a prima vista appare lontanissimo dall'idea che abbiamo di un moderno laboratorio, corrisponde in modo puntuale ad un complesso trasmittente-ricevente di radiotelegrafia. Le scariche ricavate dalla macchina, genericamente oscillanti, generavano della radioonde, che, propagandosi, producevano correnti d'alta frequenza in un filo che costituiva di fatto l'antenna del complesso ricevente. I nervi crurali della rana fungevano da rivelatore (un rivelatore sensibilissimo!), mentre la graniglia di piombo fungeva da terra. L'interpretazione degli esperimenti in questi termini è però recente. Prima degli studi teorici e sperimentali sulle onde elettromagnetiche condotti da James Clerk Maxwell e Heinrich Rudolf Hertz verso la fine dell'Ottocento, era impossibile che una tale interpretazione potesse presentarsi alla mente di Galvani e di coloro che ne furono informati.
A quell'epoca non era affatto dato per scontato che "l'elettricità artificiale", quella prodotta e studiata nei laboratori, e "l'elettricità atmosferica", quella che si manifestava nei fulmini, avessero la stessa natura. "Dopo aver raggiunto le scoperte, da noi finora esposte, intorno alla forza dell'elettricità artificiale nelle contrazioni muscolari – scrisse Galvani – fu nostro vivo desiderio indagare se la cosiddetta elettricità atmosferica producesse, oppure no, i medesimi fenomeni: cioè se, seguendo i medesimi artifici, lo scoccare dei fulmini eccitasse contrazioni muscolari, così come quelle della scintilla." Egli eseguì allora alcuni esperimenti atti ad evidenziare eventuali effetti.
Galvani scoprì poi che le contrazioni muscolari avvenivano anche quando, posta la rana su una piastra di ferro, si spingeva un uncino di ottone contro di essa. Le contrazioni sembravano più o meno forti a seconda del metallo usato. In una serie di esperimenti, in cui si manifestavano gli stessi effetti, Galvani usò archi metallici, un'estremità dei quali era posta a contatto con l'uncino di ottone a sua volta a contatto con il midollo spinale, l'altra con i muscoli di una zampa. Come interpretarne l'esito?
Galvani ipotizzò l'esistenza di "un'elettricità intrinseca all'animale", che, messa in circolo dall'arco bimetallico esterno, produce la contrazione dei muscoli. Per Galvani, il muscolo della rana, oltre ad essere un rivelatore sensibilissimo era dunque un "serbatoio" di elettricità.
In un certo senso Galvani si era avvicinato alla verità, infatti oggi si sa che i tessuti viventi sono costituiti da cellule e ciascuna cellula ha una differenza di potenziale tra interno ed esterno della membrana. Questo potenziale è alla base della trasmissione dei segnali nervosi.
Alessandro Volta, collega e occasionale avversario intellettuale di Galvani, propose il termine galvanismo.
Questi risultati furono esposti da Galvani nell'opera De viribus electricitatis in motu musculari commentarius, del 1791. Si tratta di un'opera molto bella, di grande valore scientifico e insieme di facile lettura.
Gli studi di Galvani portarono a breve all'invenzione della pila, ma non da lui stesso, che riteneva l'elettricità inscindibile dall'organismo vivente.
Fu invece Volta a costruire la pila (tuttora ricordata come pila voltaica). Egli, colpito dall'opera di Galvani, ne ripeté gli esperimenti all'Università di Pavia.
Ben presto, però, si arrivò a un'interpretazione nettamente diversa: le contrazioni dei muscoli della rana non sono dovuti a elettricità animale ma all'irritazione dei nervi prodotta dal fluido elettrico (non di origine animale) messo in moto dal contatto bimetallico. La rana, insomma, non sarebbe un serbatoio, ma solo un rivelatore di elettricità.
Si aprì fra i due autori e alcuni loro collaboratori un dibattito con conseguenti approfondimenti da parte dell'una e dell'altra scuola. Questa controversia non rimase sterile e portò a breve termine a due importanti scoperte di Volta: il potenziale di contatto prima e l'invenzione della pila poi (nel 1800).
Questo successo fece sì che a lungo regnasse il silenzio sui risultati di Galvani che con l'elettricità animale avevano certamente a che fare. Non va dimenticato che egli aveva mostrato, nel 1794, che le contrazioni dei muscoli della rana potevano avvenire attraverso un arco monometallico o, addirittura (1797) ponendo in contatto diretto i nervi crurali con i muscoli delle zampe delle rane. Compì poi un ultimo esperimento (considerato dal fisiologo tedesco Emil Du Bois-Reymond come l'esperimento fondamentale dell'elettrofisiologia), dove il contatto è realizzato solo tra i nervi crurali delle due cosce di rana, eliminando anche l'eterogeneità dei tessuti.
Fu proprio Du Bois Reymond, nel 1848, a riproporre l'attualità dell'opera galvaniana, affermando che l'elettricità animale reclamava, a distanza di mezzo secolo, il posto che le spettava.
In Italia gli studi galvaniani furono ripresi, fra l'altro, da Leopoldo Nobili e Carlo Matteucci.

domenica 26 settembre 2010

Lettori fissi nessuno

L'esaurimento nervoso di Lenin


 

La notte cade su di noi
la pioggia cade su di noi
la gente non sorride più
vediamo un mondo vecchio che
ci sta crollando addosso ormai
Ma che colpa abbiamo noi

Sarà una bella società
fondata sulla libertà
però spiegateci perchè
se non pensiamo come voi
ci disprezzate, come mai
Ma che colpa abbiamo noi

E se noi non siamo come voi
e se noi non siamo come voi
e se noi non siamo come voi
una ragione forse c'è
e se non la sapete voi
oh ye
e se non la sapete voi
ma che colpa abbiamo noi

Oh ye che colpa abbiamo noi
Oh ye che colpa abbiamo noi

il grillo sparlnte






venerdì 24 settembre 2010

è una opera di potenza nota

Diffamazione

(diritto italiano)

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Reato diDiffamazione
fonte: Codice penale italiano
Articolo595 c.p.
CompetenzaGiudice di Pace I e II co.; Tribunale monocratico altre ipotesi
Procedibilitàquerela
Arrestono
Fermono
Pena previstareclusione fino a 1 anno o multa fino a 1032 Euro per le ipotesi del I co.; reclusione fino a due anni o multa fino a 2065 Euro per le ipotesi previste dal II co.; reclusione da 6 mesi fino a tre anni o multa non inferiore a 2052 Euro per le ipotesi previste dal III co.;
La diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall'art. 595 del Codice Penale secondo cui:
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.

 



Fatto [modifica]

La norma, con un parziale rinvio al delitto di ingiuria previsto dall'articolo 594 del codice penale, punisce chi, comunicando con più persone, offende l'onore o il decoro di una persona non presente. Tre sono, dunque, gli elementi necessari perché si possa configurare il delitto in esame: l'offesa all'onore o al decoro di taluno, la comunicazione con più persone e, infine, l'assenza della persona offesa.
L'assenza del soggetto passivo si deduce dall'inciso fuori dei casi indicati nell'articolo precedente.
Per aversi comunicazione con più persone è necessario e sufficiente che la comunicazione avvenga con almeno due persone, tra le quali non vanno tuttavia compresi gli eventuali concorrenti nel reato. È opinione prevalente in dottrina che la comunicazione diffamatoria possa avvenire a soggetti diversi anche in tempi differenti, consumandosi in tal caso il reato nel momento della comunicazione alla seconda persona. Da cui si deduce che sussiste il reato di diffamazione quando sia esposto il fatto soggettivamente; allora è diffamazione.

Bene giuridico tutelato [modifica]

La norma appresta tutela al bene giuridico dell'onore (ex Art. 517). Tale nozione, tradizionalmente, racchiude due aspetti complementari, l'uno soggettivo e l'altro oggettivo. In senso soggettivo l'onore è dunque il sentimento e l'idea che ciascuno ha di sé. In senso oggettivo, al contrario, l'onore va inteso come il rispetto e la stima di cui ciascuno gode presso il gruppo sociale. In questa seconda accezione si parla comunemente anche di reputazione.

Cause di giustificazione [modifica]

Tra le cause di giustificazione comuni che si applicano generalmente alla diffamazione vi sono l'esercizio di un diritto e l'adempimento di un dovere (art. 51 codice penale).
Ai sensi dell'art. 596 del codice penale l'autore della diffamazione non è ammesso a provare la verità dei fatti (exceptio veritatis) se non in casi espressamente previsti.

Il diritto di cronaca e critica [modifica]

In particolare, i diritti di cronaca e critica trovano fondamento nell'articolo 21 della Costituzione, che sancisce che Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Per risolvere la presunta antinomia di norme fra l'articolo 21 della Costituzione e gli articoli 594 e 595 del codice penale (norme che tutelano anch'esse un bene di rango costituzionale quale l'onore, espressione della personalità umana tutelata dall'articolo 2 della stessa Costituzione) si fa generalmente riferimento alla nozione di limite del diritto.
In particolare, la giurisprudenza, con una lunga opera di interpretazione, ha elaborato dettagliatamente i limiti di operatività del diritto di cronaca; le condizioni, cioè, necessarie affinché il reato di diffamazione venga scriminato dalla causa di giustificazione in discorso. In sintesi, perché operi la scriminante, è necessario: a) che vi sia un interesse pubblico alla notizia; b) che i fatti narrati corrispondano a verità; c) che l'esposizione dei fatti sia corretta e serena, secondo il principio della continenza.
Per quel che concerne il diritto di critica, invece, definito come libertà di esprimere giudizi, valutazioni e opinioni, la dottrina e la giurisprudenza prevalente ricostruiscono le stesse condizioni adattandole alla peculiarità del caso. In particolare, sul requisito della verità, se la critica riguarda un fatto è necessario che soltanto quello sia vero, non potendosi pretendere ontologicamente la verità su opinioni e valutazioni. La giurisprudenza ha inoltre specificato che per quanto riguarda in particolare la critica politica e sindacale il limite della continenza verbale sia da intendere in modo più ampio, purché la critica non si risolva in gratuiti attacchi personali.[1]

L'esimente della provocazione [modifica]

Ai sensi dell'articolo 599 del codice penale, secondo comma:
Non è punibile chi ha commesso alcuno dei fatti preveduti dagli artt. 594 e 595 nello stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso.
Ciò configura la cosiddetta provocazione, comune sia all'ingiuria che alla diffamazione, che è variamente configurata dalla dottrina quale causa di esclusione della colpevolezza, ovvero causa di giustificazione o, infine, quale causa di non punibilità in senso stretto.
Lo stato d'ira e l'immediatezza della reazione ("subito dopo" il fatto ingiusto) vengono interpretate dalla giurisprudenza in senso relativo: vengono applicate infatti anche in casi di diffamazione a mezzo stampa, in cui l'immediatezza della reazione non sarebbe configurabile.[2]

Elementi di differenziazione da figure simili [modifica]

L'ingiuria differisce dalla diffamazione perché prevede la presenza della persona offesa. La calunnia, in un linguaggio giuridico, prevede invece una denuncia ad una pubblica autorità di qualcuno che si sa innocente. Nel linguaggio corrente con calunnia si intende invece ogni diffamazione che attribuisca falsamente la commissione di un fatto che costituisca reato.

L'azione civile [modifica]

In diritto italiano la tesi tradizionale vedeva la condanna penale come presupposto per una azione di risarcimento danni.
La materia risulta profondamente innovata dopo che la Corte di Cassazione, prima sezione civile con sentenza n. 5259 del 18 ottobre 1984 ha fissato quello che nel gergo giornalistico è stato chiamato il decalogo. In particolare è stato fissato il criterio, poi diventato accolto unanimamente, che chi sente leso il proprio onore può chiedere direttamente il risarcimento con una azione davanti al giudice civile, senza necessità di una querela in sede penale. Può esserci un illecito civile che non sia anche penale, mentre un illecito penale comporta sempre anche una illecità civile." [3][4]

La competenza per territorio della diffamazione attraverso internet [modifica]

La Corte di Cassazione con ordinanza n. 6591 8 maggio 2002 s:Ordinanza della Corte di cassazione sez. III n. 6591 - 8 maggio 2002 ha stabilito che la competenza territoriale va individuata nel foro dove risiede la persona che si sente offesa dalle affermazioni contenute su pagine web.

La diffamazione in diritto romano [modifica]

In diritto romano si distingueva una diffamazione verbale[5] da una scritta. La prima, già punita nella Legge delle XII tavole, trovò poi la sua regolazione in una lex Cornelia.[6] Successivamente ci fu un proliferare di libelli famosi, scritti che ledevano l'onorabilità. L'imperatore Costantino intervenne in tema di scritti denigratori anonimi.[7]

La diffamazione nel diritto svizzero [modifica]

In Svizzera la diffamazione è punita dall'art. 173 del codice penale svizzero.[8][9]

La diffamazione nel diritto francese [modifica]

In diritto francese la diffamazione è regolata dall'art. 29 della legge 29 luglio 1881 e viene definita come l'allegazione o l'imputazione di un fatto che porta lesione dell'onore o della considerazione della persona offesa.
Tutte le allegazioni o imputazioni di un fatto che porta attentato all'onore o alla considerazione della persona o del corpo al quale il fatto è attribuito è una diffamazione. La pubblicazione diretta o come riproduzione di questa allegazione o di questa imputazione è punibile anche se fatta in forma dubitativa o se colpisce una persona o un corpo non espressamente nominato ma di cui l'identificazione è resa possibile... Tutte le espressioni di oltraggio, termini di disprezzo o invettive senza l'attribuzione di un fatto specifico sono invece ingiurie. Non è necessario che il proposito sia calunnioso per rientrare sotto l'ambito della legge: la presentazione dei fatti può essere ingannevole. Per esempio dei fatti esatti citati fuori del contesto possono essere di natura tale a recare offesa alla reputazione di una persona. Pertanto mentre il diritto italiano pone la discriminante tra presenza o assenza dell'offeso, quello francese lo pone nell'imputazione di un fatto preciso o nella mera espressione di invettiva.

Illusione

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Un'illusione è una distorsione di una percezione sensoriale, causata dal modo in cui il cervello normalmente organizza ed interpreta le stesse. Le illusioni possono coinvolgere i vari sensi, ma quelle visive sono le più famose e conosciute, dal momento che la vista spesso prevarica sugli altri sensi.

Si differenzia dalla allucinazione, che è una caratteristica della schizofrenia (ma anche di altre patologie), perché nella allucinazione si percepisce qualcosa che non è presente nella realtà in quel momento. L’allucinazione viene anche definita come “percezione senza oggetto”. (Esempio: penso che qualcuno mi abbia impiantato un PC nel cervello, che mi parla e mi obbliga a fare certe cose).
Bisogna considerare, inoltre, un aspetto generale dell'illusione mentale: le opinioni che scaturiscono, generalmente, da pregiudizi culturali, nell'ambito di un condizionamento sociale che tenta di assicurare il funzionamento della stessa società, e che, per questo, diventano delle vere e proprie illusioni del sapere che determinano processi mentali, accettati ed elaborati come verità scontate.
Nell’illusione, il soggetto percepisce la realtà, ma, per diversi motivi, altera questa percezione.
In base a questo criterio, si possono distinguere diversi tipi di illusioni:
  • illusione causata da disattenzione e compensata da tendenza al completamento: si verifica quando prestiamo poca attenzione a stimoli che provengono dall’ambiente. (Esempio: qualcuno ci sta parlando e tendiamo a completare le parole o le frasi che abbiamo ascoltato poco attentamente; nel leggere non facciamo caso agli errori di stampa).
  • illusione affettiva: la percezione della realtà viene alterata dalle emozioni che la persona sta provando in quel momento. (Esempio: sto camminando di notte in un bosco e ho paura. Questa emozione mi fa interpretare le ombre che vedo, come se fossero mostri o animali).
  • pareidolia: di fronte ad una realtà poco definita, incompleta, poco illuminata, entra in azione la fantasia che, utilizzando elementi ed immagini interne alla psiche della persona, elabora in modo fantastico lo stimolo sensoriale ricevuto. (Esempio: guardando le nuvole, ne interpreto le forme come figure fantastiche). In termini psicologici, questo fenomeno viene chiamato anche “proiezione” indicando con questa parola, qualcosa che il soggetto proietta sulla realtà che vede.
  • illusioni ottiche: di fronte a certe figure, appositamente costruite, si verifica una distorsione visiva e percettiva. Questo fenomeno si distingue in: - visione di oggetti che non esistono (oggetti impossibili) - figure che vengono percepite distorte rispetto alla realtà (metamorfopsia) - figure che, se guardate a lungo, sembrano muoversi o deformarsi - figure che, se guardate a lungo, influenzano la percezione di figure esaminate subito dopo.

giovedì 23 settembre 2010

cura per la bile

Tuono

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Il tuono è il rumore (ascolta[?·info]) provocato dal fulmine che, a seconda della natura del fulmine e della distanza dall'osservatore, può manifestarsi come un colpo secco e forte oppure come un rombo basso e prolungato.
Il fulmine causa un forte aumento di pressione e temperatura che a sua volta provoca la rapida espansione del canale ionizzato prodotto dal fulmine stesso: l'espansione dell'aria produce infine un'onda d'urto che si manifesta col rumore del tuono.

 

Cause del tuono [modifica]

La prima teoria sulle cause del tuono di cui si abbia traccia è attribuita al filosofo greco Aristotele nel III secolo a.C.: una primitiva speculazione lo faceva derivare dalla collisione delle nuvole.
Si susseguirono molte altre teorie tra cui quella di metà del XIX secolo con la quale si riteneva che il fulmine producesse il vuoto.

Nel XX secolo si affermò l'ipotesi che il tuono fosse causato dall'enorme spostamento d'aria provocato dal fulmine nell'atmosfera a seguito della improvvisa espansione termica del plasma nel canale ionizzato. In una frazione di secondo, l'aria viene riscaldata a circa 28.000 °C: ciò provoca la sua espansione verso l'aria circostante più fresca a una velocità superiore a quella che avrebbe il suono che viaggia appunto nell'aria fresca. Ne consegue un'onda d'urto, simile a quella provocata da un'esplosione o dal fronte di un aereo supersonico: è proprio l'onda d'urto che genera il tuono, il quale può manifestarsi come un colpo secco e improvviso se il fulmine scocca vicino all'osservatore o come un rumore diffuso e prolungato per effetto dell'eco e del rimbombo se scocca in lontananza.

Più recentemente, questa ipotesi è stata messa in discussione per via del fatto che la pressione che si crea nei fulmini simulati risulta maggiore di quella raggiungibile con il solo surriscaldamento. Ciò ha portato a delle proposte alternative che si basano sugli effetti elettrodinamici della intensa corrente che agisce sul plasma nel canale ionizzato.

Calcolo della distanza [modifica]

Il rombo del tuono segue normalmente di alcuni secondi il bagliore del lampo, a dimostrazione che la luce viaggia a velocità maggiore rispetto al suono: misurando il tempo che intercorre tra la visione del lampo e la percezione del suono è possibile determinare a quale distanza si è verificato il fenomeno.
Per poterla determinare, bisogna innanzitutto tenere presente che il suono a 20 °C viaggia a circa 343 m/s mentre la luce viaggia a circa 300.000 km/s.
Supponiamo ora che il fulmine cada a 1 km di distanza dall'osservatore: quest'ultimo vedrà il suo bagliore pressoché istantaneamente (ad essere precisi dopo 0,0000033sec, ovvero 3,3usec[1]) mentre il suono sarà percepito dopo 2,9 sec[2]. Analogamente, se il fulmine cade a 10 km di distanza, la luce impiega 33usec (praticamente trascurabili) per rendersi visibile e il suono 29 sec per essere percepito.
In pratica, basta dividere per 2,9 l'intervallo di tempo che intercorre tra la visione del fulmine e la percezione del suono per avere la distanza in km alla quale si è verificato il fenomeno.
Equivalentemente (vedi par. successivo), considerando, come visto, trascurabile il tempo impiegato dalla luce a raggiungere l'osservatore rispetto a quello impiegato dal suono, si può moltiplicare l'intervallo di tempo intercorso tra la visione del lampo e la percezione del suono per 343 m/s (la velocità del suono) per avere la distanza in metri alla quale si è verificato il fenomeno.
Il tuono è raramente udito a distanze superiori ai 24 chilometri.

Formule [modifica]

Se con Tl indichiamo il tempo impiegato dalla luce che viaggia a velocità Vl a percorrere la distanza d esistente tra il punto in cui si è verificato il fulmine e l'osservatore e se con Ts indichiamo il tempo impiegato dal suono che viaggia a velocità Vs per coprire la stessa distanza d, abbiamo:
T_l = \frac{d}{V_l}
T_s = \frac{d}{V_s}

Poiché ciò che misuriamo è la differenza tra Ts e Tl, abbiamo:
T_s-T_l=\frac{d}{V_s}-\frac{d}{V_l}=d \cdot (\frac{1}{V_s}-\frac{1}{V_l})

Poiché Vl > > Vs, ossia 1 / Vl < < 1 / Vs, possiamo trascurare 1 / Vl dalla formula, ottenendo:
T_s-T_l=\frac{d}{V_s}

Infine, poiché Ts > > Tl, possiamo trascurare Tl, ottenendo:

d = V_s \cdot T_s=0,343 \cdot T_s

dove d è in km e Ts in secondi.

domenica 19 settembre 2010

brasile

Gli uccelli di Alfred Hitchcock

Trama [modifica]
« Ma signora, assalire è una parola un po' grossa: gli uccelli non hanno mica l'abitudine di assalire la gente senza motivo. »

In un negozio di animali a San Francisco s'incontrano l'avvocato Mitch Brenner (Rod Taylor) e la ricca e giovane Melanie (Tippi Hedren), figlia dell'editore di uno fra i maggiori giornali della città. Indispettita e insieme attratta dall'atteggiamento dell'uomo, Melanie decide di fargli una sorpresa e di recarsi a Bodega Bay - dove Mitch trascorre i fine settimana in compagnia della madre e della sorellina Cathy - col pretesto di donare alla bimba, per il suo compleanno, una coppia di pappagalli "inseparabili". Da poco arrivata sul posto, Melanie viene attaccata deliberatamente da un gabbiano che le ferisce la testa, mentre sta guidando un motoscafo nella baia. Melanie viene ospitata da Annie, maestra di scuola di Cathy e vecchia fiamma di Mitch. Durante la notte un gabbiano, inspiegabilmente, sbatte sulla porta di casa. È solo il primo di una serie di strani accadimenti che vedono protagonisti gli uccelli: le galline della casa si rifiutano di mangiare; durante la festa di Cathy uno stormo di gabbiani attacca i bambini; la sera stessa la casa dei Brenner viene attaccata da centinaia di passeri che entrano attraverso il camino; viene ritrovato nella propria dimora un cadavere a cui gli uccelli hanno strappato gli occhi; un peschereccio viene assalito dai gabbiani; una trentina di bambini vengono attaccati da una frotta di corvi mentre escono da scuola. I paesani sono per lo più increduli e tendono a minimizzare gli eventi, fino a quando non si verifica un attacco di vaste proporzioni in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti gli abitanti di Bodega Bay. In breve tempo l'intera cittadina viene attaccata da migliaia di uccelli che seminano il terrore; anche la maestra Annie rimane vittima degli animali assassini, mentre i protagonisti si barricano in casa, assediati dagli uccelli che feriscono gravemente Melanie; Mitch decide di portarla all'ospedale. All'alba i quattro partono alla volta di San Francisco. Appollaiati ovunque, migliaia di uccelli li osservano immobili e minacciosi.
Il film non dà alcuna spiegazione sulla rivolta degli uccelli né su una possibile conclusione, lasciando possibili molteplici interpretazioni.


Produzione

Sceneggiatura

Una prima versione della sceneggiatura prevedeva che i fuggiaschi giungessero a San Francisco e trovassero il Golden Gate invaso dagli uccelli. In seguito, Hitchcock optò per un finale aperto a diverse interpretazioni (modo di fare in molti suoi film) e volle che dopo l'ultima inquadratura non comparisse la scritta "The End".

Cast [modifica]

Cameo [modifica]

Come in quasi tutti gli altri suoi film, Hitchcock appare in un cameo: ne Gli uccelli lo si vede, all'inizio, uscire dal negozio di animali con due cani al guinzaglio. Invece, nel libro da cui è stato tratto questo film, non compaiono cani, gli unici animali che compaiono sono varie specie di uccelli.

Riprese [modifica]

Le riprese furono interrotte per una settimana a causa di un esaurimento nervoso di Tippi Hedren: nella scena in cui sale in una camera e viene aggredita dagli uccelli, uno dei gabbiani la ferì involontariamente vicino al viso e lei perse la pazienza; il lunedì successivo, quando dovettero riprendere le riprese, la trovarono stesa sul divano in stato di choc. Usarono quindi una controfigura per la scena in cui Mitch la porta giù dalle scale. In più, Hitchcock, fece attaccare al vestito di Melanie gli uccelli, in modo che fosse più realistico.
Uno dei corvi addestrati aveva preso in antipatia Rod Taylor, e appena lui arrivava sul set chiedeva preoccupato se l'uccello lavorasse quel giorno; il corvo, però, lo aspettava puntualmente appoggiato su una trave del set e lo inseguiva per beccarlo.
Hitchcock detestava lavorare in esterni, infatti la maggior parte dei fondi che si vedono sono stati dipinti: nonostante le difficoltà per le tecniche di ripresa sul fondale blu in uso in quel periodo, trovarono un'alternativa usando il metodo introdotto da Disney, usando cioè mascherine e fondali illuminati con lampade al sodio su fondale giallo.
L'associazione per la protezione degli animali era sempre presente sul set per assicurarsi che non venisse fatto del male agli uccelli.

Colonna sonora [modifica]

Il film è totalmente privo di colonna sonora. Nei titoli di testa non viene riprodotta musica, ma solo il gracchiare dei corvi.
Nonostante il film non contenga nessuna partitura (solo un Incidental Music con il pianoforte) il compositore abituale di Alfred Hitchcock (Bernard Herrmann) era consulente per il rumore provocato dagli uccelli. IMDB


Il vizio
Nell'accezione più comune, il vizio è un'abitudine umana negativa, che spinge l'individuo ad un comportamento nocivo normalmente ripetitivo.
Il comportamento può essere legato ad un atteggiamento personale, dipendente da diversi fattori, o legato ad agenti esterni come il fumo, l'alcol o la droga.

sociologia

Prestigio

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Il termine prestigio (dal latino praestigum) significa "buona reputazione" o "alta stima", nonostante in origine significasse "delusione" o "trucco magico".
Il prestigio è uno degli indici di considerazione sociale più o meno accentuata di cui beneficiano individui o gruppi facenti parte di una collettività in funzione della posizione che ricoprono, del potere i cui dispongono, della propria storia personale.
Il prestigio varia a seconda dei valori dominanti nelle società. Ad esempio se viene attribuito più valore alla cultura piuttosto che alla ricchezza, allora sarà assegnato un più alto grado di prestigio agli intellettuali che non ai ricchi. Nelle società antiche era fonte di prestigio essere anziani oppure vigorosi guerrieri.
Sin dall'antichità, comunque, oltre al prestigio di tipo individuale, ve ne è stato uno di natura più collettiva legata al clan od alla casta di relativa appartenenza. Alcuni esempi legati al passato possono essere le classi sacerdotali, gli sciamani dell'Africa centrale, i rabdomanti, gli astronomi, gli architetti dell'antico Egitto e così via.
Nella cultura europea continentale vi è stata un'evoluzione del modello verso poeti, pittori, scrittori, musici, attori ed in generale verso ogni espressione delle arti in genere. Restano in ogni caso in auge le principali classi economiche facenti parti delle corporazioni e degli iscritti ad albi protetti: giornalisti, commercialisti, medici, notai, architetti, avvocati etc.

Evoluzione semantica [modifica]

Il termine prestigio nella sua semantica complessa può indicare dunque
  1. un’illusione le cui cause sono ritenute magiche, sovrannaturali ed è allora sinonimo di fantasmagoria, incantesimo, «trucco»: ad operare «prestigi» sono i demoni, i maghi, le streghe, ma anche gli illusionisti, i «prestigiatori», appunto, in teatro;
  2. un’apparenza che affascina e abbaglia, come quella che avvolge l’arte dell’oratore, del poeta, dello stilista d’alta moda;
  3. la capacità di sedurre e di imporsi alla fantasia altrui, a partire dal «prestigio dell’uniforme» o dal successo sportivo, commerciale, finanziario o dall’effettiva autorevolezza dell’individuo: per es. “Il prestigio di Cavour in Italia resta vivo».
Come ha rilevato una studiosa di Rousseau e Proust, B. Carnevali, il senso del termine ‘’’prestigio’’’ storicamente è passato da una originale connotazione magico-sacrale ad un significato intermedio incentrato sull’idea di artificio seduttore frutto non più di un intervento sovrannaturale, ma di una particolare abilità umana, per approdare infine all’accezione interamente mondana dell'attuale senso corrente in cui la parola ‘’’prestigio’’’ è un termine pienamente «secolarizzato». Il termine ‘’’prestigio’’’ che, un tempo, designava una famiglia di fenomeni che spezzavano miracolosamente l’ordine prevedibile della natura, oggi designa metaforicamente ciò che, pur appartenendo in tutto e per tutto all’esperienza ordinaria del nostro mondo disincantato, conserva in sé comunque qualcosa di «magico»,di «irresistibile», si tratti della bellezza travolgente di una fanciulla in fiore o del carisma di un leader politico o della malia che continua a promanare dall'uniforme dei cadetti dell'Accademia Militare.