giovedì 30 settembre 2010

In un certo senso Galvani si era avvicinato alla verità, infatti oggi si sa che i tessuti viventi sono costituiti da cellule e ciascuna cellula ha una differenza di potenziale tra interno ed esterno della membrana. Questo potenziale è alla base della trasmissione dei segnali nervosi.

Dedicato a 

 Mary Sol

che (a ragione ) odia la vivisezione

 

Luigi Galvani

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Luigi Galvani
Luigi Galvani (Bologna, 9 settembre 1737Bologna, 4 dicembre 1798) è stato un fisiologo, fisico e anatomista italiano. È ricordato assieme ad Alessandro Volta per gli studi pionieristici sull'elettricità.

 


Biografia [modifica]

Luigi Galvani, terziario francescano, si laureò in medicina e filosofia presso l'Università di Bologna nel 1759. Nel 1765 fu nominato professore di arti ostetriche presso l'Accademia delle Scienze, ricoprendone la carica di presidente sette anni dopo.
Nel 1766 fu nominato Professore di anatomia. Nel 1791 pubblicò il De viribus electricitatis in motu musculari commentarius, in cui espose la teoria dell'elettricità animale, frutto di una lunga indagine sperimentale. Lavorando alla dissezione di rane in prossimità di macchine elettrostatiche, infatti, un assistente di Galvani toccò accidentalmente con un bisturi elettricamente carico il nervo sciatico, che fece scattare la zampa come se fosse viva, e questa osservazione lo indusse a studiare le relazioni tra elettricità e vita.
Dopo anni di ricerche e scoperte, nel 1796 le truppe di Napoleone occuparono Bologna. Galvani rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica Cisalpina. Ciò gli costò la perdita degli insegnamenti all'Università e all'Istituto delle Scienze. Venne reintegrato come professore Emerito solo dopo la morte avvenuta nel 1798.
Luigi Galvani è oggi ricordato come lo scopritore dell'elettricità biologica e per diverse applicazioni dell'elettricità come la cella elettrochimica, il galvanometro e la galvanizzazione. Gli è stato dedicato un cratere lunare di 80 km di diametro [1] , un asteroide, 10184 Galvani e diverse vie in italia.

L'opera scientifica di Galvani [modifica]

Gli studi per i quali Galvani è maggiormente ricordato riguardano la cosiddetta elettricità animale.
Alcuni fisiologi avevano mostrato sperimentalmente che uno stimolo applicato a un nervo causa la contrazione del muscolo ad esso collegato. Su Galvani ebbero influenza, in particolare, anche gli studi di Marcello Malpighi.
Galvani, a partire dal 1790, condusse una serie di esperimenti per studiare la risposta a stimoli elettrici di rane "opportunamente preparate". In una prima fase, si trattò di osservare le contrazioni che subivano i muscoli della rana se toccati direttamente dal conduttore di una macchina elettrostatica. Una svolta importante si ebbe quando gli parve di notare che analoghe contrazioni si manifestavano nel muscolo di una rana toccato da un assistente con un conduttore scarico mentre, occasionalmente, un altro assistente stava traendo una scintilla dal conduttore di una macchina elettrostatica accostandovi un conduttore. Incuriosito dal fenomeno, eseguì una serie di esperimenti che confermarono l'effetto.

Disegno dell'esperimento che illustra l'eccitazione a distanza del nervo crurale di una rana per effetto di una scintilla rilasciata dal conduttore di una macchina elettrostatica.
« Dissecai una rana, la preparai e la collocai sopra una tavola sulla quale c'era una macchina elettrica, dal cui conduttore era completamente separata e collocata a non breve distanza; mentre uno dei miei assistenti toccava per caso leggermente con la punta di uno scalpello gli interni nervi crurali di questa rana, a un tratto furono visti contrarsi tutti i muscoli degli arti come se fossero stati presi dalle più veementi convulsioni tossiche. A un altro dei miei assistenti che mi era più vicino, mentre stavo tentando altre nuove esperienze elettriche, parve dì avvertire che il fenomeno succedesse proprio quando si faceva scoccare una scintilla dal conduttore della macchina. Ammirato dalle novità della cosa, subito avvertì me che ero completamente assorto e meco stesso d'altre cose ragionavo. Mi accese subito un incredibile desiderio di ripetere l'esperienza e di portare in luce ciò che di occulto c'era ancora nel fenomeno. »
(Luigi Galvani)
L'apparato sperimentale usato da Galvani, che a prima vista appare lontanissimo dall'idea che abbiamo di un moderno laboratorio, corrisponde in modo puntuale ad un complesso trasmittente-ricevente di radiotelegrafia. Le scariche ricavate dalla macchina, genericamente oscillanti, generavano della radioonde, che, propagandosi, producevano correnti d'alta frequenza in un filo che costituiva di fatto l'antenna del complesso ricevente. I nervi crurali della rana fungevano da rivelatore (un rivelatore sensibilissimo!), mentre la graniglia di piombo fungeva da terra. L'interpretazione degli esperimenti in questi termini è però recente. Prima degli studi teorici e sperimentali sulle onde elettromagnetiche condotti da James Clerk Maxwell e Heinrich Rudolf Hertz verso la fine dell'Ottocento, era impossibile che una tale interpretazione potesse presentarsi alla mente di Galvani e di coloro che ne furono informati.
A quell'epoca non era affatto dato per scontato che "l'elettricità artificiale", quella prodotta e studiata nei laboratori, e "l'elettricità atmosferica", quella che si manifestava nei fulmini, avessero la stessa natura. "Dopo aver raggiunto le scoperte, da noi finora esposte, intorno alla forza dell'elettricità artificiale nelle contrazioni muscolari – scrisse Galvani – fu nostro vivo desiderio indagare se la cosiddetta elettricità atmosferica producesse, oppure no, i medesimi fenomeni: cioè se, seguendo i medesimi artifici, lo scoccare dei fulmini eccitasse contrazioni muscolari, così come quelle della scintilla." Egli eseguì allora alcuni esperimenti atti ad evidenziare eventuali effetti.
Galvani scoprì poi che le contrazioni muscolari avvenivano anche quando, posta la rana su una piastra di ferro, si spingeva un uncino di ottone contro di essa. Le contrazioni sembravano più o meno forti a seconda del metallo usato. In una serie di esperimenti, in cui si manifestavano gli stessi effetti, Galvani usò archi metallici, un'estremità dei quali era posta a contatto con l'uncino di ottone a sua volta a contatto con il midollo spinale, l'altra con i muscoli di una zampa. Come interpretarne l'esito?
Galvani ipotizzò l'esistenza di "un'elettricità intrinseca all'animale", che, messa in circolo dall'arco bimetallico esterno, produce la contrazione dei muscoli. Per Galvani, il muscolo della rana, oltre ad essere un rivelatore sensibilissimo era dunque un "serbatoio" di elettricità.
In un certo senso Galvani si era avvicinato alla verità, infatti oggi si sa che i tessuti viventi sono costituiti da cellule e ciascuna cellula ha una differenza di potenziale tra interno ed esterno della membrana. Questo potenziale è alla base della trasmissione dei segnali nervosi.
Alessandro Volta, collega e occasionale avversario intellettuale di Galvani, propose il termine galvanismo.
Questi risultati furono esposti da Galvani nell'opera De viribus electricitatis in motu musculari commentarius, del 1791. Si tratta di un'opera molto bella, di grande valore scientifico e insieme di facile lettura.
Gli studi di Galvani portarono a breve all'invenzione della pila, ma non da lui stesso, che riteneva l'elettricità inscindibile dall'organismo vivente.
Fu invece Volta a costruire la pila (tuttora ricordata come pila voltaica). Egli, colpito dall'opera di Galvani, ne ripeté gli esperimenti all'Università di Pavia.
Ben presto, però, si arrivò a un'interpretazione nettamente diversa: le contrazioni dei muscoli della rana non sono dovuti a elettricità animale ma all'irritazione dei nervi prodotta dal fluido elettrico (non di origine animale) messo in moto dal contatto bimetallico. La rana, insomma, non sarebbe un serbatoio, ma solo un rivelatore di elettricità.
Si aprì fra i due autori e alcuni loro collaboratori un dibattito con conseguenti approfondimenti da parte dell'una e dell'altra scuola. Questa controversia non rimase sterile e portò a breve termine a due importanti scoperte di Volta: il potenziale di contatto prima e l'invenzione della pila poi (nel 1800).
Questo successo fece sì che a lungo regnasse il silenzio sui risultati di Galvani che con l'elettricità animale avevano certamente a che fare. Non va dimenticato che egli aveva mostrato, nel 1794, che le contrazioni dei muscoli della rana potevano avvenire attraverso un arco monometallico o, addirittura (1797) ponendo in contatto diretto i nervi crurali con i muscoli delle zampe delle rane. Compì poi un ultimo esperimento (considerato dal fisiologo tedesco Emil Du Bois-Reymond come l'esperimento fondamentale dell'elettrofisiologia), dove il contatto è realizzato solo tra i nervi crurali delle due cosce di rana, eliminando anche l'eterogeneità dei tessuti.
Fu proprio Du Bois Reymond, nel 1848, a riproporre l'attualità dell'opera galvaniana, affermando che l'elettricità animale reclamava, a distanza di mezzo secolo, il posto che le spettava.
In Italia gli studi galvaniani furono ripresi, fra l'altro, da Leopoldo Nobili e Carlo Matteucci.

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